Censis-Eudaimon

Il welfare aziendale diventa una componente sempre più importante, tanto che il 79% dei lavoratori lo considera come un punto fermo, quando valuta un'azienda. Questo è quanto emerge da un recente rapporto condotto da Censis in collaborazione con Eudaimon, che in realtà ha portato alla luce diverse considerazioni interessanti, che andremo ad approfondire proprio in questo articolo.

Molti italiani sono destinati a cambiare lavoro

In base a quanto sottolineato dal rapporto Censis-Eudaimon, il mercato del lavoro in Italia è cambiato molto nell'ultimo decennio, ed è destinato a cambiare ancora. Nello specifico, la situazione attuale racconta quanto segue: i giovani lavoratori in Italia sono sempre di meno, dato che spesso si preferisce prendere la via dell'estero, per via dei maggiori sbocchi lavorativi e per gli stipendi di livello superiore. Se si considerano i dati del 2022, emerge anche un elevato tasso di dimissioni, con una media che ha del clamoroso: circa 8.500 dimissioni quotidiane nei primi 3 trimestri dello scorso anno, con un incremento del 30% rispetto ai dati registrati nel 2019.

Un altro dato interessante è questo: il 46,7% degli italiani, avendone la possibilità, cambierebbe sin da subito il proprio lavoro, il che testimonia una netta insoddisfazione. Un'insoddisfazione che dipende in gran parte dalle mancate opportunità di carriera, ma anche dagli stipendi, considerati troppo bassi e non in linea con le proprie aspettative. Tuttavia, molte persone spesso si sentono spaventate nel fronteggiare questo cambiamento, poiché non sanno come iniziare. A tal proposito, online sono presenti alcune risorse che propongono guide dettagliate su come cambiare lavoro, aiutando a valutare accuratamente le proprie competenze e preferenze, al fine di scegliere una nuova occupazione più adatta alle proprie necessità.

Calano i giovani lavoratori e aumenta la precarietà delle quote rosa

Come anticipato poco sopra, un risvolto piuttosto preoccupante emerso dal rapporto Censis-Eudaimon riguarda il calo dei giovani lavoratori nella Penisola. Si parla di una diminuzione del 7% circa, riguardante la fascia d'età dai 15 ai 34 anni, che sale addirittura al 14,8% se si considera la fascia dai 35 ai 49 anni. D'altro canto, stanno aumentando gli occupati sulle fasce d'età superiori, che spesso cercano un lavoro per poter ottenere un extra budget oltre la pensione, per via dei costi in aumento.

Un altro segnale d'allarme viene rappresentato dalla precarietà in ambito femminile, ovvero la massiccia presenza di contratti a tempo determinato o part-time. Si tratta di una situazione che in realtà coinvolge tutto il mercato, ma che dimostra una maggiore presenza nel comparto delle donne lavoratrici. Si fa riferimento ad una percentuale intorno al 46% del totale (contratti non standard), e pari al 20% circa se si parla del part-time involontario. Ancora una volta, questa situazione tocca da vicino soprattutto i giovani lavoratori, ovvero gli under-35.

Il quadro che emerge dai dati visti oggi è tutt'altro che confortante. Ciò spiega perché gli expat sono sempre più numerosi, e perché i giovani mirano sempre più spesso ai paesi esteri, per trovare una posizione soddisfacente, con opportunità di carriera e stipendi migliori.


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